La nostra soluzione per la formazione manageriale.
LEADERSHIP
Percorsi di formazione manageriale finalizzati a integrare le competenze hard e soft tradizionali con competenze chiave, relative all’essere leader oggi, in tempi incerti, di lavoro ibrido, con team multigenerazionali e all’interno di organizzazioni più fluide.
Una formazione pensata per accompagnare processi di cambiamento culturale.
Anatomia della fiducia
Secondo Brené Brown, parlare di fiducia è estremamente complicato perché la fiducia non è un monolite, ma un costrutto fatto di 7 componenti:
- Boundaries = confini
- Reliability = affidabilità
- Accountability = responsabilità
- Vault = cassaforte
- Integrity = integrità
- Non-judgment = non giudizio
- Generosity = generosità
Conoscerle e saperle identificare ci aiuta ad individuare la reale problematica su cui intervenire, che può essere diversa di relazione in relazione.
Pensiero divergente
- uscire dagli schemi abituali
- esercitare il pensiero magico
- adottare l’approccio dell’avvocato dell’angelo
È estremamente importante poiché permette di valutare in modo accurato le possibilità e le implicazioni delle diverse opzioni che potrebbero manifestarsi.
Il pensiero divergente è un processo di pensiero che si caratterizza per la generazione di una molteplicità di idee, soluzioni o possibilità diverse e originali.
A differenza del pensiero convergente, che cerca di arrivare a una singola risposta corretta o soluzione, il pensiero divergente incoraggia la produzione di una vasta gamma di alternative, stimolando la creatività e l’apertura verso molteplici prospettive.
Il pensiero divergente è fondamentale poiché:
- stimola la creatività
- promuove l’innovazione nel processo di previsione
- promuove l’apertura mentale verso prospettive alternative
Pensiero critico
- mettere in dubbio
- fare domande scomode
- riconoscere i bias
Si tratta di una capacità di pensiero che mira a comprendere, interpretare e valutare in modo obiettivo le idee, le argomentazioni e i dati.
Implica la capacità di mettere in discussione le fonti di informazione, i punti di vista, le affermazioni e le conclusioni, e sviluppare una comprensione approfondita dei problemi complessi.
Richiede l’abilità di riconoscere le proprie prese di posizione, i pregiudizi e le limitazioni personali, al fine di ridurre al minimo il loro impatto sulla formulazione delle opinioni.
Pensiero sistemico
- cogliere le interconnessioni
- ragionare in ottica di causalità circolare
- avere una prospettiva olistica
Il pensiero sistemico è un approccio e una metodologia di pensiero che consente l’analisi e la comprensione dei sistemi complessi.
Un sistema complesso è costituito da elementi interconnessi che interagiscono tra loro e che insieme generano comportamenti e risultati globali che non possono essere completamente spiegati dallo studio dei singoli elementi isolati.
Considerare un problema o una questione qualsiasi come un sistema significa concentrarsi sulle relazioni, le interazioni e le dinamiche tra gli elementi che lo compongono.
Esaminare una situazione richiede di considerare il contesto più ampio e le molteplici interconnessioni tra i fattori che influenzeranno il nostro cammino verso l’obiettivo desiderato.
Saper stare nell'incertezza
- uscire dalla logica del controllo
- imparare a gestire l’ansia
- accettare il cambiamento continuo
Il saper stare nell’incertezza rientra nell’ambito delle competenze socio-emotive.
Implica la tolleranza dell’ambiguità, la flessibilità mentale, la gestione delle emozioni e dello stress e la capacità di adattamento in situazioni incerte.
Questa competenza comprende diversi elementi fondamentali:
- accettare la mancanza di informazioni chiare o risposte definitive
- cambiare prospettiva in base alle nuove informazioni o alle mutevoli circostanze
- aprirsi alle nuove esperienze e saper modificare i propri piani
Stare nell'indesiderato
- concepire futuri indesiderati
- riconoscere l’evitamento emotivo
- esplorare scenari scomodi
La competenza del saper stare nell’indesiderato può essere considerata come una forma di resilienza emotiva e adattabilità psicologica.
Si riferisce alla capacità di gestire e tollerare situazioni indesiderate, reali o immaginate, senza lasciarsi sopraffare dalle emozioni faticose che possono accompagnarle.
Saper stare nell’indesiderato è un’importante competenza per immaginare e poi affrontare situazioni complesse e impreviste senza scartarne alcuna solo perché difficile da accettare emotivamente.
Gestione dei conflitti
- sviluppare una maggiore consapevolezza di sé, delle persone/ruoli coinvolti e del contesto in cui il conflitto nasce e si sviluppa
- imparare a riconoscere, accettare e gestire i conflitti in modo consapevole, e creativo
- imparare a stare alla distanza giusta per prevenire il conflitto o ricercare soluzioni per gestirlo
- vedere nel conflitto un’opportunità di sviluppo
Il conflitto, nelle sue diverse accezioni e declinazioni, viene quasi sempre identificato e associato a conseguenze negative e distruttive, rinunciando a coglierne anche la carica vitale, gli aspetti positivi e le potenzialità che lo accompagnano e che ne possono scaturire.
Per farlo, occorre imparare e allenarsi a riconoscere le diverse tipologie di conflitto e accoglierle, per come si presentano, come premessa per gestirle in modo maturo, responsabile, autentico e creativo.
Ciò richiede allenare una nuova consapevolezza che ci permetta di conoscere meglio le nostre sensazioni, le nostre emozioni e i nostri pensieri.
Pensieri, spesso “killer”, che alimentano copioni e automatismi interni portandoci a evitare, rimuovere, sminuire, assecondare e subire in modo passivo il conflitto oppure ad alimentarlo andando in contrapposizione con le altre persone in modo sterile.
Rinunciando così a ricercare nuove soluzioni, punti di intesa più avanzati e sostenibili nel tempo in una logica di reciproco vantaggio e salvaguardia dell’interesse e del bene comune.
Decision Making
- imparare a riconoscere i propri approcci e stili di decisione prevalenti
- conoscere, allenare e saper attivare i diversi approcci possibili, cogliendone di ognuno punti di forza e di attenzione
- allenarsi alla sperimentazione e alla gestione dell’errore
- condividere gli approcci proposti con gli stakeholder
L’approccio che proponiamo si basa sul presupposto che prendere decisioni comporta sempre un rischio e un margine di errore, soprattutto in contesti, come quello attuale, incerti, complessi e variabili.
Per questa ragione è importante distinguere e lavorare contemporaneamente sul:
- Decision Making – costruire un set di opzioni decisionali
- Decision Taking – prendere una decisione tra quelle possibili
A nostro avviso non esiste e non può esistere un approccio unico e migliore in assoluto.
Si tratta invece, di sviluppare una conoscenza e un allenamento a tutti gli approcci possibili, per poter adottare, in modo consapevole, quello più coerente con la natura della decisione, il tempo a disposizione, le persone coinvolte, la cultura e il contesto di riferimento.
Puntiamo ad allenare una consapevolezza allargata capace di riconoscere e superare i copioni personali e gli automatismi inconsapevoli, per sviluppare un approccio professionale, integrato e flessibile, in grado di valorizzare sia gli aspetti logico razionali (legati al metodo induttivo e deduttivo) che quelli intuitivi e creativi.
A fronte di problemi nuovi e complessi c’è bisogno di ricercare soluzioni innovative e fuori dagli schemi.
Integrazione intergenerazionale
- collaborazione intergenerazionale
- potenziamento del benessere
- creazione di una cultura aziendale inclusiva
L’integrazione intergenerazionale sottolinea l’importanza di favorire la collaborazione e la comprensione tra diverse generazioni all’interno dell’ambiente lavorativo.
Questo approccio mira a creare un ambiente di lavoro inclusivo, dove i talenti e le competenze uniche di ogni generazione vengono valorizzati e messi a frutto.
I nostri percorsi di formazione manageriale si concentrano sulla promozione della consapevolezza e del rispetto reciproco, permettendo così di costruire team più coesi e ingaggiati.
Facilitazione di gruppo
- promuovere, diffondere e sviluppare un nuovo mindset sperimentando nuovi strumenti e metodologie di lavoro agile e collaborativo
- sviluppare accountability, engagement, appartenenza e spirito di squadra
- far crescere figure professionali in grado di svolgere un ruolo di riferimento su questi temi, sia nei propri team che con altri gruppi di lavoro
Lo sviluppo di nuove modalità di lavoro ibride, insieme all’esigenza di integrare sempre più ruoli e competenze diverse, sia in team stabili che temporanei (spesso agerarchici, interfunzionali e intergenerazionali) richiede la promozione e la diffusione di nuovi strumenti in grado di:
- attivare velocemente e pienamente tutte le competenze e le risorse necessarie
- operare in modo agile, efficiente ed efficace
- sviluppare un forte orientamento all’accountability condivisa e al risultato finale
- creare un clima capace di alimentare motivazione ed engagement.
In quest’ottica gli strumenti e le metodologie di facilitazione possono rappresentare una nuova cassetta di attrezzi, attraverso la quale promuovere un nuovo mindset e sulla quale far crescere:
- sia un gruppo di figure professionali interne, capaci di svolgere un ruolo di supporto e accompagnamento verso altri team;
- sia un target di popolazione più ampio, che porti e sperimenti i metodi di facilitazione all’interno della propria struttura di riferimento e nei team interfunzionali in cui è inserito con responsabilità operative.
Uso consapevole dell'intelligenza artificiale
- seguire l’evoluzione dei nuovi software generativi e la loro applicazione nel mondo delle organizzazioni
- definire e condividere principi e linee guida che possono favorire un utilizzo corretto e responsabile dei nuovi strumenti
- promuovere, diffondere e sviluppare una cultura della consapevolezza tecnologica che coniughi curiosità, apertura all’innovazione e responsabilità
Il lancio sul mercato di Chat GPT di Open Ai e poi di Google Bard ha alimentato un acceso dibattito con prese di posizioni diverse a tutti i livelli – imprenditoriale, istituzionale, culturale, sociologico, organizzativo, accademico.
Di sicuro, il potenziale di innovazione di questi nuovi strumenti è notevole e l’impatto che possono generare, in tutti i campi (incluso quello professionale e organizzativo) è destinato a ridisegnare e ripensare modalità di lavoro e di apprendimento, mestieri e figure professionali, modelli di interazione essere umano-macchina, normative e regole di privacy, fino a rapporti tra Stati e scenari geopolitici.
Al netto del dibattito generale in corso riteniamo importante avviare all’interno delle aziende un approfondimento sul tema.
La modalità che proponiamo è quella del Forum-lab al fine di promuovere e sviluppare una consapevolezza diffusa, sulle corrette e più efficaci modalità di utilizzo delle nuove applicazioni, considerandone al contempo, le effettive opportunità e potenzialità ma anche i limiti e i rischi ad esse connessi.
La differenza di fronte a ciò che l’evoluzione e il progresso tecnologico mettono a disposizione delle persone la fa (e la farà) sempre la consapevolezza e l’intelligenza critica, insieme all’etica, che nessun software o altra soluzione tecnologica possono imitare o provare a sostituire.