Il futuro è ciò che, “rispetto al presente, deve ancora avvenire”.
Così dice il vocabolario Treccani. Dunque, non esiste (ancora). Al pari del passato, il quale è ciò che è già avvenuto e quindi non esiste (più). Ad esserci realmente è il presente, momento dopo momento, in questo luogo fisico e in questo istante temporale.
E la Mindfulness, appunto, ci allena a stare nel qui e ora con apertura, curiosità e assenza di giudizio. Ma proprio questo modo di stare nel presente può aprirci anche un’altra porta: quella del futuro. Anzi, dei futuri, al plurale.
Se il futuro, al singolare, è un concetto astratto, quando scendiamo sul concreto si apre un intero ventaglio di possibilità ed eventualità, una molteplicità di futuri ancora da decidere e da influenzare. Sulla base di ciò che accade oggi.
Sono infatti le decisioni e le azioni del presente a rendere più probabile un futuro anziché un altro.
È oggi che possiamo scegliere quale, tra i tanti futuri possibili, vogliamo che sia il nostro futuro preferito. Ma la consapevolezza che ciascuno di noi dispone della possibilità di scegliere il proprio futuro e di agire concretamente per realizzarlo non è molto diffusa, e nemmeno così scontata.
Giacché non è più l’epoca, che, pure, i meno giovani di noi hanno conosciuto, in cui strutture socio-economico-culturali chiare e solide davano riferimenti affidabili e pre-costituivano percorsi verso un futuro percepito come prevedibile.
Oggi, in un mondo sempre più complesso, cangiante e veloce, è l’incertezza a farla da padrona. Ma proprio tra le schegge (apparentemente) impazzite del presente sono presenti i semi dei futuri possibili: accadimenti, incontri, circostanze, decisioni…
Nel caleidoscopio di emozioni e sensazioni che abitano la nostra mente, il nostro cuore e il nostro corpo si manifestano le tracce della nostra autenticità, gli indizi delle risorse che ci sono proprie. Insomma gli ingredienti del nostro essere presente e delle nostre possibili evoluzioni future.
Future Studies: di cosa si tratta?
Ecco il punto: riconoscere quelle “scintille di futuro”, imparare a raccoglierle e utilizzarle per plasmare attivamente il nostro avvenire. La disciplina del Future Studies, è maturata a livello mondiale nell’ultimo mezzo secolo ed indica l’approccio mentale e le metodologie operative per farlo.
Ma passare poi all’azione richiede condizioni interiori adeguate e una sensibilità ben allenata. Per aprirsi realmente alle possibilità nuove, è necessario lasciar andare ciò che ci lega inconsapevolmente al passato. Per cogliere ciò che sta nascendo ed è ecologico per noi, serve aprirsi all’ascolto di ogni segnale nel qui e ora. Serve coltivare coraggio e fiducia senza giudizio.
Credo che ora sia più chiaro che cosa intendevo poc’anzi: la mindfulness, connettendoci con il presente e con le nostre risorse più autentiche, ci mette nelle condizioni di prendere le decisioni più consapevoli per un futuro che sia desiderabile. Possibilmente il nostro preferito.