A volte vorremmo cancellare il nostro passato. Perché è troppo doloroso ricordarlo, perché ce ne vergogniamo, perché vorremmo si fosse svolto in una maniera diversa.
Il ricordo di certi eventi ci viene a trovare, rievocato dalle circostanze della vita, e risveglia antiche sensazioni, immagini, emozioni. Le lacrime che erano imprigionate e custodite segretamente nel nostro corpo, si fanno largo.
Vorremmo tornare subito a dimenticarcene, a vivere il nostro presente come se non affondasse le sue radici proprio lì, nel profondo della nostra storia personale e trans-generazionale.
Quando succede, mi domando in che modo possa aiutarmi la mindfulness, la consapevolezza del momento presente. Quelle lacrime sono presenti o passate? Sono qui, rigano il mio viso, gocciolano sui miei vestiti, gonfiano i miei occhi. Quel dolore è qui, presente, vivo e vegeto, lo sento nel cuore, forte, straziante, impietoso.
Allo stesso tempo però, so che qui, nel presente c’è anche altro, che io non sono tutt’uno con quella sofferenza, che non sono solo quella sofferenza. La posso guardare, posso farmene attraversare e mentre piango sentire le mie lacrime, accoglierle, lasciarle scorrere, lasciarle andare. Io sono anche quella che osserva, accoglie, accetta quella fatica enorme.
La consapevolezza è proprio questo, uno sguardo sulla realtà, uno sguardo ampio e amorevole, che include tutto, senza eccezioni, senza preferenze e senza scorciatoie.
La consapevolezza è fiducia nel fatto che il dolore che è stato rievocato oggi e che mi fa male oggi, domani avrà già assunto una forma diversa, una intensità diversa, una prospettiva diversa. La consapevolezza è fermarsi, non scappare, non far finta di niente, non combattere.
Se è vero che la mindfulness non è una bacchetta magica che ci fa stare subito bene, è altrettanto vero che ci imprime nel corpo la fiducia che tutto passerà. Perché il dolore è passato tante volte a trovarci, ci è sempre sembrato infinito, ma se ne è sempre andato. E il corpo, oltre che la mente, se lo ricorda.
La sofferenza è inevitabile, è parte della vita, così come lo è la gioia pura. Se non siamo disposti ad abbracciare i nostri dolori difficilmente ci daremo il permesso di vivere pienamente le nostre gioie.
Certo è più bello quando siamo felici e gioiosi, sembra più facile stare con la gioia che con il dolore, ma anche qui si cela una trappola, ovvero l’attaccamento, la paura di perdere o deteriorare quello stato di benessere e le condizioni in cui si manifesta. Anche questa paura può creare sofferenza, desiderio di trattenere, di non far cambiare nulla. Impossibile, ovviamente.
Ogni volta che incontro le mie lacrime sento che mi insegnano ad accogliere le lacrime del mondo, senza paura e senza riserve. Ogni volta che incontro la gioia, sento che il mio sorriso potrà portare energia al mondo, senza eccezioni.
Ecco un altro risvolto della pratica di mindfulness, farci fare pace con il nostro passato!
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