Piccolo pronto soccorso emotivo
Quando stiamo male e sperimentiamo dolore, fisico (per qualche malattia o disturbo) o psichico per varie problematiche (lutti, perdite o pensieri particolarmente disturbanti), ci sentiamo gli unici al mondo a soffrire.
Questo è ciò che ci dice la nostra mente. Che gli altri esseri umani che abitano il nostro pianeta – non sembra neanche più il nostro stesso mondo – siano più sereni di noi.
Perché gli altri, la gente, non sembrano avere cosi grossi problemi o insuccessi o semplicemente se fanno errori sono più lievi dei nostri. La realtà è però differente dal film che vediamo nella nostra testa.
Ogni essere umano, prima o poi, sarà toccato da problemi, perdite e difficoltà. Fa parte della nostra condizione umana.
Nei periodi difficili ci sono due emozioni in particolare che si fanno prepotentemente avanti: la paura e la rabbia.
Possiamo assimilarle entrambe a delle grosse onde che si innalzano, ci trascinano e ci portano via spesso fuori dal nostro controllo.
Da un punto di vista biologico questo è naturale: quando un animale, essere umano compreso, si imbatte in una minaccia (stress) si innesca la reazione di lotta/fuga. In pratica l’organismo si prepara a combattere o a scappare.
Nelle persone, la lotta si trasforma in rabbia (assume i volti dell’irritazione, risentimento, frustrazione, ira) mentre la fuga si trasforma in paura – assume i volti di: ansia, dubbio, panico e incertezza. A volte, oltre alla rabbia/paura emerge la tristezza (per es. nel caso di una perdita) e il senso di colpa.
Che fare quando ci troviamo dinanzi a queste potenti emozioni?
Anche se sembrano trascinarci via per sbatacchiarci e poi farci annegare, queste onde non ci uccidono. È la nostra mente che ci dice che lo faranno.
Se solo riusciamo a dar loro un poco di spazio, ci lasciamo travolgere ascoltandoci con apertura.
Facciamo spazio dentro di noi, usando il respiro e l’esercizio mindfulness che seguirà.
Pian piano quelle ondate di emozioni così forti si calmeranno e gradualmente si ridurranno. A volte, ancora ci sentiremo travolti, ma a volte no.
Con il tempo e l’esercizio di ANCORAGGIO che segue, diventerà più facile e impareremo a nuotare nel nostro mare in tempesta.
Pratica di Mindfulness
Bastano circa 10/20 sec., può essere fatto ovunque e in ogni momento, riporta la nostra attenzione al presente e a ciò che stiamo facendo proprio lì dove siamo.
Proviamoci. Chiedi ora alla tua mente e al tuo corpo di:
- Raddrizza la schiena e premi forte i piedi sul pavimento
- Fai 3 respiri lenti e profondi
- Osserva cosa c’è intorno a te
- Nota 5 cose che vedi e 5 cose che senti
- Osserva dove sei e cosa stai facendo
Questo è un esercizio di mindfulness che ci consente di ancorarci al corpo e alla nostra esperienza presente, interrompendo il nostro solito seguire i pensieri che ci portano via da noi e dalla realtà in cui ci troviamo proprio in un dato momento.
Mantenere una consapevolezza aperta, curiosa verso noi stessi e ciò che ci circonda calmerà le onde che sempre meno potere avranno sulla nostra vita. Provare per credere!