Molto spesso desideriamo che qualcuno ci voglia bene.
È un desiderio profondo e bambino, il desiderio di essere voluti ancor prima che ben voluti. Ci fa sentire importanti e degni, appunto, dell’amore dell’altro.
Altrettanto spesso ci capita di soffrire perché ci accorgiamo che l’altro non ci voglia bene, o almeno non abbastanza. Non abbastanza visceralmente, non abbastanza dichiaratamente, non abbastanza coraggiosamente. Non abbastanza. È una sofferenza da mancanza di ciò che sembra indispensabile per noi, quello di cui sentiamo un bisogno fottuto (e antico).
A volte ci arrabbiamo per questo. Ci arrabbiamo con l’altro: “che stronzo/a ed egoista” dice la nostra mente o la nostra bocca. Sviluppiamo pensieri vendicativi: “si pentirà di quello che mi ha fatto”. Oppure ci arrabbiamo con noi stessi “che stupido/a che sono, mi metto sempre con le persone sbagliate, c’è qualcosa che non va in me”. O ancora ci diamo spiegazioni universali e pericolosissime: “sono proprio sfortunato/a in amore (o nell’amicizia), capitano tutti/e a me, non piaccio a nessuno, non valgo niente”.
In alcuni casi soffriamo invece perché l’altro sembra amarci troppo, ci sentiamo invasi da questo amore, vorremmo limitarlo, contenerlo, controllarlo. Ci preoccupiamo di sentirci all’altezza di questo sentimento, capaci di meritarlo o di ricambiarlo. La nostra vita ci ha insegnato che nulla è gratuito e ci chiediamo dove sia l’inganno. Anche in questo caso soffriamo, spesso ci richiudiamo nel nostro mondo illusoriamente sicuro (ma privo di amore), ci allontaniamo dall’altro o alterniamo movimenti di avvicinamento e di allontanamento difficili da comprendere e da far comprendere.
Sentirsi degni di amore, amabili e amati in modo incondizionato è un bisogno primario e quanto meno è stato soddisfatto da piccoli, tanto più ce lo portiamo dietro da grandi, spesso in modo inconsapevole, ficcandoci in trappole relazionali.
Ed ecco come la mindfulness ci viene in aiuto.
Innanzitutto accendendo una luce su questi bisogni inconsapevoli, su questi pensieri e comportamenti automatici, sulle diverse e contraddittorie emozioni che ci attraversano.
Una luce gentile e non giudicante, uno sguardo amorevole su di noi e sull’altro, sulle nostre reciproche fragilità, una attenzione coraggiosa, capace di guardare in faccia la realtà e accoglierla così com’è, bella in tutta la sua vulnerabilità.
Man mano che si sviluppa la consapevolezza, si apre uno spazio di sperimentazione e cambiamento, una via d’uscita ai nostri copioni relazionali, imparati a memoria e agiti da sempre. Si apre una via creativa, libera e nuova e ci riprendiamo il potere personale di scegliere per la nostra vita. Liberandoci dalla paura di sbagliare ed essere giudicati, diventiamo capaci di provare qualcosa di diverso, di osare, di cambiare. E quando iniziamo a sperimentare il cambiamento di copione qualcosa di profondo cambia dentro di noi.
Nuove possibilità si aprono e scopriamo che c’è una via più facile per nutrirci di amore, di quell’amore che ci è mancato e di cui siamo così affamati. È una via che non passa dall’amore che riceviamo (che non sarà mai perfetto) ma dall’amore che diamo. Sì, perché il nostro bisogno di essere amati non troverà mai alcun riscontro se non passando dall’amore che noi per primi siamo in grado di darci e di dare. In modo incondizionato, senza misura e senza ricerca di un vantaggio o di una soddisfazione, per la gioia più semplice e pura che questo sentimento ci fa provare.
La mindfulness ci mostra quanto sia facile ritagliarci uno spazio di amorevolezza, fermandoci e aprendo il nostro cuore con fiducia, ascoltando attentamente ciò che lo attraversa e coltivando intenzionalmente un sentimento di amore sincero verso noi stessi e verso gli altri. Senza aspettative. Senza retropensieri. Senza paura.
È così che impariamo o re-impariamo ad amarci, anche dopo molte sofferenze. Semplicemente amando. Amando in modo puro, genuino, profondo. Amando in un modo nostro, unico, irripetibile. Inaspettato. Vivo e vero. Con corpo, mente e cuore, tutti partecipi e in alcuni momenti magicamente armonizzati.
Tutti possiamo farlo, è nella nostra natura. Praticando la mindfulness nella vita di tutti i giorni, vivendo in modo mindful (e non solo ascoltando le meditazioni di tanto in tanto), ci abituiamo a guardare attimo dopo attimo ciò che inutilmente ci protegge dalla possibilità di essere felici.
Valeria Degiovanni
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