Ogni relazione è un regalo,
per 2 persone e per il mondo.
Uno sfiorarsi di cuori, di corpi, di menti,
uno sguardo incrociato di fragilità e di vita.
Sogni e desideri che si danno appuntamento,
paure e speranze che si contendono la scena.
Centimetri quadrati di pelle si avvicinano,
Chilometri di strade già battute si allontanano.
Ciò che è in nuce nasce,
Ciò che è in ombra cresce.
Il mondo si scuote, si sveglia, si abbellisce,
quello che non era previsto ha un luogo e un tempo in cui accadere.
Ma possiamo sprecare tutto questo, incontrarci ed ignorarci,
tirar dritto verso il prossimo obiettivo, traguardo, soddisfazione.
In una corsa infinita e inconsapevole verso il mortifero finale, già scritto e già noto, e sempre dimenticato.
Quante volte cerchiamo la felicità altrove, lontano, dopo o prima, nel luogo del non più o del non ancora?
Quante volte indossiamo gli occhiali dell’ego e verifichiamo se l’altro corrisponda o meno ai nostri bisogni, senza interessarci veramente a chi sia, cosa desideri o cosa sogni di diventare?
Possiamo riconoscere di essere spesso presuntuosi e arroganti,
incapaci di guardarci se non dentro cornici predefinite, ingiallite e irrigidite, dal tempo e dalle illusioni?
Ci raccontiamo di essere sempre gli stessi,
rassicurati dall’idea della coerenza e della costanza,
e senza accorgercene, sacrifichiamo ciò che nasce di nuovo ogni giorno, in noi e nell’altro,
ciò che potrebbe portarci per mano verso quello che non siamo ancora.
Se ci sediamo di fronte dunque, non sprechiamo questa occasione,
diamoci il tempo di guardarci, di guarirci, di goderci.
Se ci incrociamo per la strada,
regaliamoci un respiro, un inspiro ed un espiro, semplicemente insieme.
Portiamoci dentro, l’uno all’altro,
rispettando i confini e accogliendo gli inviti.
Varchiamo la soglia delle nostre solitudini,
allarghiamo le braccia e tuffiamoci in ciò che è qui e ora.
Faremo un regalo a noi, faremo un regalo al mondo.